Il nuovo Documento di Valutazione nella Scuola Primaria
Cambia il Documento di Valutazione nella Scuola Primaria
A fine Quadrimestre, all'incirca a febbraio, poi a giugno, a fine anno scolastico, ogni studente riceve la Scheda di Valutazione, per capirci, la famosa "Pagella". Ma bambini e famiglie della Scuola Primaria ormai trovano un documento diverso: scompaiono voti e giudizi. Non più un 6, 7, 8, nè un ottimo, distinto, sufficiente. Qualcuno forse era affezionato. Non si tratta di un solo cambio di termini: è una differente concezione del sistema di valutazione e dell'intero processo didattico. Qualche esperto immagina pure una ridefinizione futura anche per la scuola secondaria di primo grado. La scuola dell'infanzia, invece, prevede già una tipologia di valutazione orientata più ad osservare e comprendere, più che a misurare o giudicare, attraverso modalità di osservazione e documentazione a scopo, si dice, esclusivamente formativo.
Per la lettura della normativa, si può consultare la pagina ufficiale del Miur con l'O.M. 04\12\2020.
Una tempistica decisamente stonata alle orecchie dei docenti, perchè il repentino cambiamento è avvenuto poco prima della fine del Primo Quadrimestre dell'a.s. 2020\ 21. Nelle nostre Primarie dell'IC Pertini ci si è affrettati a studiare, a seguire webinar, presentazioni del Ministero e di esperti pedagogici. Siamo nel pieno dei lavori in corso, forti del nostro bagaglio professionale maturato negli anni. Non si deve rischiare, infatti, di compiere una banale traduzione voti = livelli descrittivi delle prestazioni e degli apprendimenti degli alunni.
Riflettiamo così sul nostro lavoro e su quello dei nostri bambini con uno sguardo che può valorizzare e registrare meglio il loro impegno, il loro sforzo di capire, provare, imparare, studiare, agire.
Le leggi già in vigore sulla valutazione, le Indicazioni Nazionali del 2012 e il Decreto 62\2017 (semplificando, i programmi dalla scuola dell'infanzia fino alla secondaria) già segnavano questa direzione. E' il voto che stona. Sembra comprensibile, ma non descrive, non racconta cosa l'alunno fa o cosa ha appreso in una materia. La docimologia, che studia esami e valutazioni, già negli anni '70 sosteneva che il voto è iniquo, appartiene ad una scala che illude di misurare ma non è un vero numero e non descrive i passi svolti o come proseguire; sembra lecito usarlo per operazioni di tipo matematico, come fare le medie, ma è scorretto. Il discorso non convince? Pensiamo alla distanza che intercorre tra un 5 e un 6: vale come quella tra 8 e 9, o tra 9 e 10? Eppure il trattamento matematico lo impone o lo presuppone. Un voto dovrebbe essere stabile, in ogni condizione, come un termometro funzionante che misura allo stesso modo ogni giorno e in mano a diverse persone.
I nuovi descrittori, applicati con gradualità, per il primo quadrimestre 2021 sono stati abbinati solo ad una materia, successivamente sono assegnati a vari obiettivi relativi ad ogni materia, con le sue specificità. Ad esempio, un bambino potrà ricevere una descrizione sintetica in italiano riguardo al Comunicare, Comprendere e Produrre di testi, al Riflettere sulla lingua, rispetto all'età e agli obiettivi affrontati nella sua classe o personalizzati, se occorre; per ogni descrizione i livelli avanzato, intermedio, base, in via di acquisizione, permettono di capire in che momento del suo processo di apprendimento si trova, in che modo, quanta strada ha già svolto e che cosa potrà fare, insieme a scuola e famiglia, per affrontare i passi successivi, per migliorare il suo percorso.
Potremo aiutarlo ad autovalutarsi: essere motivati ad imparare e comprendere "dove mi trovo, come imparo, dove posso migliorare" sono le più importanti leve per imparare.
Non sarà un rinnovamento immediato: i registri elettronici parlano ancora il vecchio linguaggio; sitamo modificando i documenti di valutazione man mano, per trovare formule il più possibili chiare, semplici, adatte ad ogni scuola, ad ogni classe, ad ogni alunno, in autonomia ma entro i parametri nazionali previsti. La normativa concede due anni per adeguarci. Il ciclo di progettazione – azione in classe – valutazione però, non è da ristrutturare in toto: il mondo della primaria è già da tempo sul quel cammino: partire dagli interessi dei bambini, stimolare la partecipazione attiva, costruire le attività con loro e in dialogo. Dove trovi difficoltà? Quale strumento ti sembra più adatto? Prova a fare da solo o coi compagni, lavorate in gruppo... Infine si fa un bilancio; perchè si sono ottenuti certi risultati? Hai fatto da solo? Con aiuto? Come hai trovato la soluzione al tuo compito? E lei, lui, invece? Che strumento possiamo usare la prossima volta?... Valutare, autovalutarsi, come occasione per imparare. Non studiare, non fare i compiti solo per essere valutati.