Che cosa significa Valutazione Formativa?

Può essere utile soffermarsi su alcuni termini da tempo in circolazione nelle scuole, in particolare sul tema della valutazione. Alla scuola primaria più volte le regole in proposito sono state modificate, lasciando una considerevole discontinuità rispetto non solo al passato, ma anche pensando agli altri ordini scolastici. Spesso i legislatori hanno voluto imprimere uno stile (il voto, il giudizio, e così via…), non sempre sulla base degli studi pedagogici a riguardo. 

Benché la tradizione sia simpatizzante per il voto, o per i semplici giudizi, la normativa in vigore si è orientata verso forme di valutazione diverse, forse dall’impatto difficile, ma più adeguate per accompagnare bimbi e ragazzi nel loro percorso di crescita. Cercheremo di avvicinarci per capire in modo più approfondito. 

 

Innanzitutto: che cosa vuol dire VALUTARE?

Nella nostra società forse siamo inclini ad una “monetarizzazione” di fatti, risultati, azioni…

E risulta quindi più semplice rendere numerabile un valore. In un articolo successivo potremo approfondire meglio questo aspetto. Il valore in questione è “materia” complessa: gli apprendimenti… si possono semplicemente calcolare come quantità? 

Ma soffermiamoci sul termine valutazione, per ora: vuol dire attribuire un valore, che può riferirsi al calcolare, ma anche al contare con approssimazione, classificare, stimare, dare un significato, spiegare… Tutti noi quotidianamente svolgiamo queste attività che ci aiutano a descrivere meglio il nostro mondo e gli altri, ci aiutano a comunicare e rendere più comprensibile ciò che vogliamo descrivere ai nostri interlocutori.

Ecco.. già accenniamo a molti aspetti relativi alla valutazione.

La valutazione educativa ha come oggetto fenomeni complessi, le azioni che svolgono i nostri alunni: essi meritano una particolare attenzione. Perchè? Ogni atto di valutazione non avviene automaticamente, come pesare una mela. Se una mela pesa 300 grammi o 270, poco importa.. posso decidere di prenderne un'altra in più o in meno. Se invece attribuisco un voto, o un giudizio, una valutazione insomma, ad un ragazzo, agisco sulla sua formazione. Che effetto fa una valutazione dopo l’altra, sulla sua crescita?

Un atto valutativo è un atto educativo ed è una comunicazione. Ogni comunicazione determina conseguenze. Meglio fare in modo che questa comunicazione contribuisca in modo favorevole al percorso dei nostri alunni. Ecco il valore formativo della valutazione che la normativa ci indica come prevalente. Le Indicazioni Nazionali del 2012, in parole povere i “Programmi” validi dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, ci dicono che la valutazione deve avere una funzione formativa. Tutto ribadito nel D.lgs. 62 del 2017 e, infine, nelll’O.M. n.172 del 04\12\2020 per la scuola primaria che ha rinnovato il documento di valutazione (la vecchia pagella). Non è semplice distinguere una natura formativa da quella certificativa, nella valutazione sono coesistenti, poiché ogni anno le scuole generano una certificazione dei risultati e, in special modo, il documento finale a seguito dell’esame di Terza, a fine Primo Ciclo di Istruzione. Gli esami hanno un carattere legale e rappresentano man mano uno strumento selettivo sempre più delineato, si pensi al diploma di fine scuola superiore, e così via.

Ma non si può separare il momento educativo da quello valutativo: quando un docente valuta, continua ad insegnare e gli alunni continuano ad apprendere, apprendere qualcosa;  vale la pena che questo “qualcosa” possa essere organizzato in modo significativo, formativo, appunto. Che possano apprendere dalle proprie attività oggetto di valutazione, dunque, i nostri ragazzi, che possano essere protagonisti attivi, che possano perciò imparare a svolgere prestazioni migliori e sappiano governare meglio le proprie attività, imparando anche dagli errori. Possono essere resi partecipi dei criteri utilizzati per attribuire loro una certa valutazione. Seppur appare macchinosa, la nuova valutazione alla scuola primaria ha questi scopi. Capire a che punto si trova il percorso formativo di un bambino, quale sia il suo punto di partenza rispetto ai vari aspetti di una disciplina, quale il punto di arrivo, quali le tappe intermedie, dove si osservano elementi già consolidati e dove occorre ancora lavorare. Attraverso una cifra attribuita ad un “italiano”, tutto ciò non ha modo di essere descritto, se non mediante lunghe spiegazioni a voce che accompagnino ogni voto. Oggi è possibile registrare tutto ciò con un linguaggio comune (gli obiettivi indicati sul registro elettronico, insieme a livelli e dimensioni) codificato, che vuole diventare più chiaro e comprensibile. Le scuole primarie del nostro Istituto quest’anno presentano un diverso modo di descrivere le attività che sono oggetto di valutazione. Sperimentiamole, perciò, raccogliendo sia fra docenti, sia fra le famiglie, le eventuali criticità.